lunedì 2 luglio 2012

Chi sono?



E se tipo mi fossi dimenticata di presentarmi?

Boh.
Non saprei. Credo che lo davo quasi per scontato.
E poi sinceramente non c’è molto da dire.
Mi chiamo Marialucia '-' ma per favore chiamatemi Marilù! u.u'
Abito a Reggio Calabria. Ho 16 anni. E vado al liceo scientifico.
Fino a qua tutto bene.
Se escludiamo il fatto che parto un anno per l’Ungheria.
Ultimamente questo “piccolo” dettaglio fa parte della mia descrizione.
È come se non potessi farne a meno ._.
(Ditemi che non sono l’unica o.o’)
Mi piace leggere. Qualsiasi cosa. Credo che ogni libro, a modo suo, abbia qualcosa da raccontare.
Mi piace ascoltare musica e non ho un genere preferito. Vado a sensazioni.
Mi piace scrivere. La scrittura è la mia forma di liberazione. Attraverso le parole posso esprimere quello che ho dentro e lasciare andare un po’ i pensieri.  A volte le parole non riescono a collocarsi come vorrei e allora scrivo. Mi hanno detto che per scrivere ci vuole pazienza, mi hanno detto che la parole hanno la forza di unirsi da sole, fuoriuscire senza nemmeno darti il tempo di razionalizzare. E beh, io ci credo!
E infine mi piace cambiare. O più che altro, sentire il profumo di cambiamento. 
La monotonia blocca un qualsiasi individuo, fare qualcosa di nuovo porta a pensare che sia sbagliato solo perché interrompe la quotidianità. Io cerco di andare “contro corrente”.
Cos’altro mi piace?!
Beh. 
Amo la pioggia, la nutella, tutto ciò che mi fa ingrassare, i vestiti larghi, gli occhi verdi, i capelli corti e gli occhiali grandi. Il mio colore preferito è il blu oltremare.
E poi, non credo ci sia altro.
Anzi, forse vi chiederete perché ho aperto questo blog. Sono sicura che la risposta la troverete da soli.
Vorrei che la scrittura mi accompagnasse anche in questo viaggio che sono pronta (si fa per dire) ad affrontare.
Buona permanenza.

Viszontlátásra, Marilù.

domenica 1 luglio 2012

18.02.2012 "Sei stata presa"

Premessa.
Voglio ricordare uno dei momenti più importanti di quest’esperienza, uno di quei momenti che sicuramente non dimenticherò mai.

Passato.
Quando il telefono squillò, notando che era un numero sconosciuto, volevo chiudere la telefona e tornare a dormire. Erano le due del pomeriggio. Dopo una lunga settimana di scuola.
Non ho mai creduto ai “sesti sensi” eppure qualcosa mi spinse a rispondere.
-Ciao! Marilù? Sono una volontaria di Intercultura!-
Ecco. 
Da quanto aspettavo quel momento? Avevo perso il conto dei giorni.
Era veramente arrivato? Toccava a me?
Non so spiegarvi bene il motivo, ma la mia mente iniziava a spegnersi.
-Sì, sono io.-
-Volevo informarti che sei stata presa! Rientri nella fascia di reddito che hai richiesto. Trascorrerai un anno all’estero, in Ungheria.-
Buio totale. In quel preciso istante non provai nulla. O forse erano così tante le emozioni che non riuscii ad identificarle!
-Ehi, stai bene? È forse un problema l’Ungheria? Non te l’aspettavi?-
L’Ungheria?! Andavo in Ungheria?! Mi ero fermata alla frase “Sei stata presa!”, poi il resto non l’avevo più ascoltato.
-Sì, cioè no. Non è per l’Ungheria, è che io non me l’aspettavo. Non mi aspettavo di essere chiamata. Oggi, adesso, così…io-
Io iniziai a piangere. Non sono una di quelle persone che piange facilmente, non in pubblico almeno. Solitamente tengo tutto per me. Rischio di essere ripetitiva, ma erano così tante emozioni che in qualche modo dovevo sfogarle.
Da quel momento non ricordo più molto, a parte che appena guardai mia madre istintivamente senza dirle niente tornai a piangere. L’abbracciai forte forte e le dissi che mi avevano preso. Piangevamo entrambe, ma non per lo stesso motivo ne ero sicura!
Mio padre fece la domanda più scontata di tutte:-Dove andrai?-
Dov’è che andavo?! Ops. 
Ah sì, Ungheria.
-…Ungheria!-

Realtà.
Fu così che iniziarono le prime polemiche.
Tutte le persone che conosco hanno avuto la capacità di farmi le seguenti domande:
“Perché l’Ungheria?” Perché no? D:
“Dov’è l’Ungheria?” ._.
“L’Ungheria fa parte dell’Europa?” Ignoranza pura!
Oppure esclamazioni del tipo:
“Allora ci porterai il salame” -.-‘
“Ne avevo sentito parlare…” WTF?!  O.o’

Voi come l’avreste presa?
Col tempo mi ci sono abituata. Per me sarà una missione:
Andare in Ungheria e far vedere che fantastico posto possa essere :D
Io credo che sia uno di quei paesi “anonimi” ma favolosi dal punto di vista storico, geografico, culturale...

Tornando a cose più serie.
Il 18 Febbraio fu uno dei giorni più strani della mia vita.
Per una settimana continuai a non volerlo dire a nessuno.
Per il primo mese lo seppero solo gli amici più intimi.
Dopo il primo mese, fino ad adesso, lo ripeto a più non posso non vedendo l’ora di partire! :D

Ho un’ultima cosa da dire.
Sin da subito. Sin dalle iscrizioni, dai primi test, dai primi colloqui, ho sempre avuto un pensiero che ancora tutt’oggi porto con me:
Non importa la destinazione, l’essenziale è l’esperienza. E ovunque andrai, qualcosa di diverso ti porterà.
Dipende da te, non dagli altri e soprattutto non dal Paese.

Viszontlátásra, Marilù.