Premessa.
Voglio ricordare uno dei momenti più importanti di quest’esperienza,
uno di quei momenti che sicuramente non dimenticherò mai.
Passato.
Quando il
telefono squillò, notando che era un numero sconosciuto, volevo chiudere la
telefona e tornare a dormire. Erano le due del pomeriggio. Dopo una lunga
settimana di scuola.
Non ho mai
creduto ai “sesti sensi” eppure qualcosa mi spinse a rispondere.
-Ciao!
Marilù? Sono una volontaria di Intercultura!-
Ecco.
Da quanto
aspettavo quel momento? Avevo perso il conto dei giorni.
Era
veramente arrivato? Toccava a me?
Non so spiegarvi
bene il motivo, ma la mia mente iniziava a spegnersi.
-Sì, sono
io.-
-Volevo
informarti che sei stata presa! Rientri nella fascia di reddito che hai
richiesto. Trascorrerai un anno all’estero, in Ungheria.-
Buio totale.
In quel preciso istante non provai nulla. O forse erano così tante le emozioni
che non riuscii ad identificarle!
-Ehi, stai bene? È forse un problema l’Ungheria? Non te l’aspettavi?-
-Ehi, stai bene? È forse un problema l’Ungheria? Non te l’aspettavi?-
L’Ungheria?!
Andavo in Ungheria?! Mi ero fermata alla frase “Sei stata presa!”, poi il resto
non l’avevo più ascoltato.
-Sì, cioè
no. Non è per l’Ungheria, è che io non me l’aspettavo. Non mi aspettavo di
essere chiamata. Oggi, adesso, così…io-
Io iniziai a
piangere. Non sono una di quelle persone che piange facilmente, non in pubblico
almeno. Solitamente tengo tutto per me. Rischio di essere ripetitiva, ma erano
così tante emozioni che in qualche modo dovevo sfogarle.
Da quel
momento non ricordo più molto, a parte che appena guardai mia madre
istintivamente senza dirle niente tornai a piangere. L’abbracciai
forte forte e le dissi che mi avevano preso. Piangevamo entrambe, ma non per lo
stesso motivo ne ero sicura!
Mio padre fece la domanda più scontata di tutte:-Dove andrai?-
Mio padre fece la domanda più scontata di tutte:-Dove andrai?-
Dov’è che
andavo?! Ops.
Ah sì, Ungheria.
-…Ungheria!-
Realtà.
Fu così che
iniziarono le prime polemiche.
Tutte le
persone che conosco hanno avuto la capacità di farmi le seguenti domande:
“Perché l’Ungheria?” Perché no? D:
“Dov’è l’Ungheria?” ._.
“Dov’è l’Ungheria?” ._.
“L’Ungheria
fa parte dell’Europa?” Ignoranza pura!
Oppure esclamazioni del tipo:
Oppure esclamazioni del tipo:
“Allora ci
porterai il salame” -.-‘
“Ne avevo
sentito parlare…” WTF?! O.o’
Voi come l’avreste
presa?
Col tempo mi ci sono abituata. Per me sarà una missione:
Andare in Ungheria e far vedere che fantastico posto possa essere :D
Col tempo mi ci sono abituata. Per me sarà una missione:
Andare in Ungheria e far vedere che fantastico posto possa essere :D
Io credo che
sia uno di quei paesi “anonimi” ma favolosi dal punto di vista storico,
geografico, culturale...
Tornando a
cose più serie.
Il 18
Febbraio fu uno dei giorni più strani della mia vita.
Per una
settimana continuai a non volerlo dire a nessuno.
Per il primo
mese lo seppero solo gli amici più intimi.
Dopo il
primo mese, fino ad adesso, lo ripeto a più non posso non vedendo l’ora di
partire! :D
Ho un’ultima
cosa da dire.
Sin da
subito. Sin dalle iscrizioni, dai primi test, dai primi colloqui, ho sempre
avuto un pensiero che ancora tutt’oggi porto con me:
Non importa
la destinazione, l’essenziale è l’esperienza. E ovunque andrai, qualcosa di
diverso ti porterà.
Dipende da
te, non dagli altri e soprattutto non dal Paese.
Viszontlátásra,
Marilù.
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